Entrando subito nel vivo dell'azione, nel convento splendidamente stilizzato, illuminato come in un affresco della Controriforma, Benvenuti filma splendidamente l'ultima notte dei giustiziati. I diversi ordini religiosi, le diverse gerarchie cercano successivamente di convertire i due poveretti.

Con un rigore bressoniano, ma una forza polemica bunueliana, CONFORTORIO vive di una luce ed un vigore che toglie ogni sospetto di esercizio di stile. Al contrario, un ateismo, un laicismo salutare: "ho ogni diritto di andare in Inferno".

Fortissima carica drammatica, nella denuncia, che riesce a rinvigorire la progressione drammatica. Le ore passano, si avvicina l'alba, e non si stacca lo sguardo da quel corridoio, quelle stanze sulle quali si dischiudono interminabilmente le porte, attraversate dalla lame di luce che squarciano la semioscurità dolorosa.

Con l'affresco finale di Castel Sant'angelo dietro al patibolo come glorioso finale.